Giornata della Memoria 2025
Il 27 gennaio è ormai una tradizione coltivare la memoria con la deposizione di alcune pietre d’inciampo presso la scuola Michelangelo. Su queste pietre non compaiono i nomi delle vittime della Shoah, ma parole scelte dai ragazzi, che vogliono essere un monito quotidiano per chi attraversa il cortile della scuola.
Quest’anno, la tradizione si è rinnovata alla presenza del Sindaco Christofer De Zotti, dell’Assessore all’Istruzione Debora Gonella e di don Francesco Andrighetti, in rappresentanza delle istituzioni laiche e religiose del nostro territorio. Accompagnata da letture, riflessioni e brani musicali, la cerimonia si è conclusa con l’affissione dei pensieri al nostro Libro della Speranza.
È stata scritta una pagina importante del nostro percorso di educazione civica, in perfetta sintonia con la recente testimonianza di Liliana Segre al Quirinale. Agli studenti che le chiedevano come raccogliere il testimone dagli ultimi sopravvissuti ancora viventi e quali parole usare, la senatrice ha risposto infatti: “Ne basterebbe una: ACCOGLIENZA”.
Di seguito la presentazione dei nostri studenti.
Cosa intendiamo per “non dimenticare”? Significa prendersi del tempo, al fine di riflettere su una tragedia che ha colpito l’umanità e che ha visto la vita, di oltre sei milioni di persone, spezzarsi.
Per ricordarci questa storia così importante è stata individuata una data simbolica, il 27 gennaio, giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa, durante la loro avanzata verso Berlino, arrivarono nella cittadina polacca di Oswiecim (Auschwitz), dove scoprirono il campo di sterminio, liberarono i pochi superstiti, rivelando al mondo l’orrore del genocidio.
Ma può bastare un giorno all’anno per ricordare questo orrore? Se, come dice Primo Levi: "L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria", noi crediamo fermamente che questa tragedia meriti di essere ricordata quotidianamente, ancora di più oggi in seguito ai tanti accadimenti che sferzano il nostro pianeta, come il conflitto Israele Palestina, e che auspichiamo trovino presto una agognata conclusione.
Per questo motivo abbiamo pensato di inserire all’interno del cortile della nostra scuola delle pietre d’inciampo, ovvero dei blocchi di pietra che verranno predisposti nella pavimentazione di zone molto frequentate. Non sono semplici pietre, il loro scopo è quello di ricordare, riflettere e credere che è giusto “DIRE DI NO”: è ancora possibile sperare e adoperarci per un mondo diverso, per un’umanità migliore.
Le parole a cui abbiamo pensato sono RISPETTO, CORAGGIO, SPERANZA.
Il RISPETTO è uno dei valori fondamentali su cui si basa una convivenza pacifica e serena. È un valore che permea ogni aspetto della nostra vita quotidiana; essere rispettosi significa vivere in modo civile, empatico e responsabile, cercando di comprendere gli altri e agendo con consapevolezza. Inoltre, il rispetto non si limita solamente a un corretto comportamento nei confronti delle persone altrui, si diffonde all’ ambiente e a ogni altro aspetto del nostro mondo. È un valore morale estremamente importante che va coltivato e trasmesso. È stato scelto di mettere in una pietra d'inciampo proprio per ricordare a chiunque ci passi sopra la sua importanza, nella speranza di tutelare un ambiente lontano da discriminazioni e pregiudizi e che sappia apprezzare le differenze come risorse e ricchezze.
Il CORAGGIO: una persona coraggiosa è una persona che, come suggerisce l’etimologia della parola stessa, ha CUORE; sa dedicarsi interamente a una nobile causa con la consapevolezza che questa scelta potrà comportare il correre dei rischi. Secondo il filosofo Socrate il coraggio è una virtù, la capacità di discernere il giusto ed essere in grado di “Dire no” al sopruso e alla prevaricazione; perciò, richiede molta forza e determinazione anche per accostarsi agli altri, comprenderne le sofferenze e cercare di alleviarle. È stata scelta questa parola con l’auspicio che ogni volta che ci passeremo sopra, potremo “inciampare” nel coraggio, avere cuore e riempire la nostra giornata di piccoli gesti che fanno la differenza.
La SPERANZA è necessaria per rendere migliore la nostra vita, è una virtù che non delude mai e ci dà forza per vivere. Tutte le persone detenute nei campi di concentramento speravano di vedere il mondo al di fuori del filo spinato, alcune di loro, con tanto dolore, ci riuscirono, molte altre invece no. Soprattutto i bambini speravano, un giorno, di poter rivedere i propri cari, i loro genitori, non sapendo che, probabilmente, già non c’erano più. Mi auguro che queste malvagità non accadano mai più. D’altronde la speranza non è un’illusione, né un rifugio comodo per evitare difficoltà, ma una forza che ci spinge a credere che il domani possa essere migliore, ovviamente impegnandoci e facendo la nostra parte. La speranza è una scelta, un atto di fede, una luce che ci accompagna nei giorni grigi e che ci ricorda, nonostante tutto, che c’è sempre la possibilità di cambiare...in bene; in fondo è proprio la speranza che ci rende più umani.
Giornata della Memoria 2025






